LIPPA, FIONDA E STRUMMOLO. ECCO I GIOCHI (IN LEGNO) TANTO AMATI DAI NOSTRI NONNI

Quando Barbie non era ancora nata e i videogiochi o i tablet non erano neanche minuscoli prototipi, i bambini trascorrevano il tempo con giochi da strada semplici, realizzati con materiali poveri come il legno, ma che facevano correre la fantasia.
Tutti, almeno i maschietti, non si separavano mai dalla propria fionda anche perché trovare i materiali per realizzarla non era semplice. Il ramo doveva essere forcuto e successivamente modellato sul fuoco, bisognava ‘corteggiare’ il meccanico di zona per recuperare le camere d’aria delle ruote delle biciclette per gli elastici da legare ai bracci della fionda e rinunciare ad un paio di scarpe per un pezzetto di pelle.

Faceva parte del rudimentale ‘armamentario’ anche la spada, costituita da un pezzo di legno ben piallato e appuntito sulla cui estremità veniva attaccato con un chiodo un altro pezzo di legno più corto in modo da formare una croce. Bastava infilarla tra i passanti dei pantaloni per sentirsi Re Artù!

Lo strummolo era invece una piccola trottola di legno che doveva girare più a lungo possibile su se stessa dopo essere stata lanciata tramite una cordicella che l’avvolgeva tutto intorno nelle scanalature a spirale. La bravura consisteva nel far cadere la trottola perpendicolare al terreno, dandogli con il lancio che srotolava la funicella il giusto equilibrio.

Chi non è mai stato lanciato a folle velocità da una discesa di una strada isolata sul carroccio? La tavola in legno era dotata di un bastone di scopa anteriore e posteriore dove, come in un asse, si incastravano le “ruote a palline” ovvero quattro cuscinetti a sfera per auto.  Parenti non lontani di questo vecchio passatempo erano il monopattino e lo skateboard rigorosamente in legno.

Per ultimo ci siamo tenuti il più bello. La lippa. Risalente addirittura al XV secolo, questo semplice passatempo si è talmente diffuso da essere praticato in tornei internazionali a livello agonistico. Veniva chiamato diversamente di regione in regione, come mazz’e cuzz nelle Marche, ma ovunque si serviva di un bastone lungo circa un metro e di un bastoncino più piccolo appuntito su tutti e due i lati. Questi, colpiti con il bastone più grande, lo schizzavano in aria e si era pronti a ricolpirlo per farlo volare il più lontano possibile.